
Sport e mobilità attiva, Italia a due velocità
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Nel biennio 2022-2023, il 41% degli italiani tra i 18 e i 69 anni ha scelto di spostarsi a piedi o in bicicletta per i propri spostamenti quotidiani. Di questi, il 19% raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS (150 minuti settimanali di attività moderata) solo attraverso questa pratica, mentre il 22% si muove attivamente ma per durate inferiori. L’11% degli italiani usa regolarmente la bicicletta, dedicandovi circa 140 minuti settimanali, mentre il 38% si sposta abitualmente a piedi, impiegando mediamente 170 minuti a settimana.
I dati provengono dall’ISS (EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica) e più precisamente dalla sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), avviata nel 2006 con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta italiana.
Nord attivo, sud sedentario
Nel biennio 2022-2023, il divario tra Nord e Sud Italia emerge chiaramente nelle scelte di mobilità sostenibile: mentre il 41% degli italiani si sposta a piedi o in bicicletta per i tragitti quotidiani, questa percentuale sale significativamente nelle regioni settentrionali e crolla al Sud.
Il 17% dei cittadini del Nord usa regolarmente la bicicletta, contro appena il 7% nel Meridione. Di tutti gli italiani che praticano mobilità attiva, il 19% raggiunge i livelli di attività fisica raccomandati dall’OMS, mentre il 22% si muove attivamente ma per durate inferiori.
Circa la maggiore diffusione della mobilità attiva nelle regioni settentrionali spicca la Provincia Autonoma di Bolzano, dove quasi una persona su tre usa abitualmente la bicicletta e sei su dieci si spostano a piedi. Questa pratica è più diffusa tra i giovani 18-24enni, le persone con alto livello di istruzione, gli stranieri e chi non ha difficoltà economiche.
Per quanto riguarda il genere, gli uomini prediligono la bicicletta, mentre le donne tendono maggiormente a spostarsi a piedi.
Covid e mobilità, l’impatto della pandemia
Il COVID-19 ha influenzato significativamente le abitudini di mobilità degli italiani. Nel 2020, l’uso della bicicletta ha subito un calo significativo al Nord, per poi tornare ai livelli pre-pandemici, mentre nelle regioni centrali si è osservato un picco di utilizzo, probabilmente dovuto al timore di contagio sui mezzi pubblici.
Tuttavia, dopo questo periodo, l’uso della bicicletta non ha più recuperato i livelli pre-pandemici in queste zone.
Campania ‘pigra’, 50% di sedentari
Nel biennio 2022-2023, il panorama dell’attività fisica in Italia mostra una situazione complessa: il 48% degli italiani risulta “fisicamente attivo“, il 24% “parzialmente attivo” e il 28% “sedentario“. La sedentarietà cresce con l’età, passando dal 24% tra i 18-34enni al 33% tra i 50-69enni, ed è più frequente tra le donne e le persone con status socioeconomico svantaggiato.
Il divario geografico è particolarmente evidente in Campania, dove la quota di sedentari sfiora il 50% della popolazione. La pandemia ha temporaneamente accelerato questa tendenza nel 2020, ma dal 2021 i livelli sono tornati simili a quelli pre-pandemici.
Il ruolo dei medici e una percezione ‘distorta’
Le disparità territoriali si evidenziano anche nell’approccio del sistema sanitario alla promozione dell’attività fisica. Solo 3 persone su 10 ricevono dal proprio medico il consiglio di praticare regolare attività fisica, con percentuali che variano significativamente tra le diverse aree del paese.
Da rilevare infine un dato importante circa la percezione distorta dei livelli di attività fisica è un fenomeno diffuso: un terzo dei parzialmente attivi e quasi un quarto dei sedentari ritengono erroneamente sufficiente il proprio impegno fisico, con una consapevolezza che tende a essere minore nelle aree già svantaggiate del paese.
