

Home » Alimentazione e nutrizione » Legumi: il tesoro dimenticato della dieta mediterranea che può salvare portafoglio e salute
Gli italiani non ne mangiano abbastanza, soprattutto al Nord. Eppure questi antichi alleati del benessere, già adorati nell’antica Roma, potrebbero essere la chiave per un’alimentazione sostenibile e salutare. Lo rivela uno studio dell’ISS su oltre 3700 persone.
Meno della metà degli italiani segue le raccomandazioni nutrizionali sui legumi, un dato che fa riflettere considerando che questi alimenti erano così preziosi per gli antichi romani da meritarsi persino delle famiglie patrizie che ne prendevano il nome – come i Fabii, dal termine “faba” (fava), o i Lentuli, da “lens” (lenticchia). Lo rivela il recente studio ARIANNA dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha analizzato le abitudini alimentari di 3.732 persone. Il dato più curioso emerge dalla geografia del consumo: sono i cittadini del Sud Italia e gli sportivi a mantenere viva la tradizione di questi preziosi alimenti, mentre al Nord e tra i più giovani il consumo crolla drasticamente. Interessante notare come le persone con reddito superiore ai 50.000 euro annui tendano a consumarne di meno, suggerendo come le abitudini alimentari moderne si siano allontanate dalla saggezza della tradizione mediterranea.
Un paradosso nutrizionale emerge dai dati: proprio mentre nutrizionisti ed esperti di tutto il mondo elogiano i legumi come “supercibi” accessibili a tutte le tasche, il loro consumo in Europa tocca il minimo storico con soli 2,97 kg pro capite all’anno, contro gli 11,46 kg dell’Africa. In Italia, come rivela il Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), il consumo medio è di appena 9 grammi al giorno, con un preoccupante calo tra gli adolescenti, dove solo il 25% ne fa uso regolare. Eppure questi umili alimenti, che hanno sfamato generazioni di italiani attraverso piatti tradizionali come pasta e fagioli o “risi e bisi”, sono vere e proprie miniere di nutrienti: ricchi di proteine vegetali, vitamine del gruppo B, ferro, zinco e fibre, rappresentano un’alternativa economica e sostenibile alla carne. La ricerca ha dimostrato che l’inclusione regolare dei legumi nella dieta può ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, obesità, diabete e alcune forme di cancro, offrendo una soluzione preventiva accessibile a tutti.
Ma i legumi non sono solo alleati della nostra salute – sono anche guardiani silenziosi dell’ambiente. Questi piccoli eroi vegetali hanno infatti un superpotere: sono in grado di arricchire naturalmente il terreno di azoto, riducendo la necessità di fertilizzanti chimici. Un dato interessante è che per produrre un chilo di legumi servono circa 50 litri d’acqua, contro i 15.000 necessari per un chilo di carne bovina. La loro coltivazione rappresenta inoltre un esempio perfetto di agricoltura sostenibile: richiedono poca acqua, contribuiscono alla biodiversità del suolo e hanno un’impronta di carbonio notevolmente ridotta rispetto alle proteine animali. Non sorprende quindi che le Nazioni Unite abbiano istituito nel 2018 una giornata mondiale dedicata a questi preziosi alimenti, celebrata il 10 febbraio, per promuoverne il consumo e ricordare il loro ruolo cruciale per la salute dell’uomo e del pianeta. In un’epoca in cui la sostenibilità alimentare è diventata una priorità globale, i legumi si propongono come una soluzione antica a problemi moderni, offrendo un ponte tra tradizione culinaria, salute personale e responsabilità ambientale.
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