
L’influenza della dieta sul microbiota intestinale
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Il microbiota intestinale è l’insieme dei microrganismi, dei loro geni e dei loro metaboliti, presenti nel tratto gastrointestinale umano. A seconda del tipo di rapporto che instaura con il proprio ospite parleremo di: microrganismi simbionti, dove sia il microbiota che l’individuo che lo ospita traggono vantaggio dalla loro associazione; microrganismi commensali, in cui soltanto questi ultimi traggono vantaggio dall’associazione con l’ospite, senza recare ad esso né danni né benefici ed infine si definiscono patobionti quei batteri innocui, in condizioni normali, ma che possono indurre danno all’ospite in condizioni patologiche.
Un microbiota diverso per ogni individuo
La colonizzazione del tratto gastrointestinale da parte del microbiota inizia al momento della nascita e continua con l’avanzare dell’età fino a costituire una microflora specifica per ogni individuo. È un processo complesso, che nelle sue fasi più precoci coinvolge diversi fattori che possono verificarsi durante la nascita (es. tipo di parto) oppure dopo la nascita (es. tipo di allattamento), ma anche prima, legati alle condizioni di salute materne (es. stress e utilizzo di antibiotici).
Sebbene il feto sia da considerare sterile durante la sua vita uterina, la presenza di batteri nel liquido amniotico, nella placenta o nel sangue contenuto nel cordone ombelicale suggerisce l’esistenza di una trasmissione madre‐feto di commensali anche in tale fase.
Nei primi 3 anni di vita si verifica un cambiamento costante del microbiota per poi rimane stabile, sebbene possano verificarsi comunque delle variazioni in essa, ad esempio a seguito di un cambiamento delle proprie abitudini alimentari o all’insorgenza di patologie, allo stress e soprattutto al tipo di alimentazione.
All’interno del tratto gastroenterico, le fonti di nutrimento del microbiota sono costituite dalle sostanze che ingeriamo con la dieta e da varie componenti presenti a livello della mucosa intestinale, come muco e cellule epiteliali sfaldate.
Normalmente, il sistema immunitario dell’individuo e la microflora intestinale si trovano in una condizione di equilibrio dinamico che, in caso di alterazione della composizione della microflora, può essere perturbato con conseguente comparsa di patologie gastroenteriche, come colon irritabile, malattie infiammatorie croniche, diverticolite, cancro del colon e malattie sistemiche, come obesità, diabete di tipo 2, allergie ed aterosclerosi.
Microbioma e alimentazione, lo studio su ‘Nature’
La dieta gioca quindi un ruolo fondamentale nella modulazione del nostro intestino poiché l’adozione di uno stile alimentare sano ed equilibrato rappresenta un ottimo alleato per il benessere fisico.
Secondo un recente studio pubblicato su “Nature microbiology” alcuni ricercatori hanno cercato di chiarire come le preferenze alimentari prolungate nel tempo influenzino la struttura e la funzione del microbiota intestinale umano, a livello globale, dimostrando che le forme microbiche intestinali della dieta sono legate ai principali gruppi alimentari:
- persone con abitudini alimentari definiti come “onnivori”, abituati a mangiare carne, latticini e verdure;
- “vegetariani”, coloro che escludono alimenti di carne
- “vegani”, i quali escludono sia la carne che altri prodotti animali come latticini.
Si è osservato, da questa sperimentazione, che il potere funzionale del microbiota intestinale rivela nicchie specifiche per la dieta legate al metabolismo di alimenti di origine vegetale o animale.
Una dieta ricca di alimenti di origine animale induce ad un aumento della fermentazione delle proteine che provoca un innalzamento dell’infiammazione locale e sistemica rispetto ad una dieta ricca di alimenti di origine vegetali, dando l’importanza, in quest’ultima, anche al tipo di terreno dove i prodotti vegetali crescono.
Una dieta vegetale quindi contiene più specie batteriche in grado di metabolizzare carboidrati e vitamine, aumentando, grazie alla quantità di fibra, la fermentazione microbica di metaboliti benefici all’intestino, prevenendo l’infiammazione, migliorando la barriera intestinale e ostacolando potenziali agenti patogeni.
Probiotici, prebiotici e simbiotici
È opportuno distinguere probiotici, prebiotici e simbiotici poiché hanno un’incidenza sulla nostra salute.
- I probiotici, da “pro” e “bios” che significa “a favore della vita”, sono sostanze ed organismi che contribuiscono al bilancio del microbiota intestinale, definibili come integratori alimentari contenenti microbi vivi che hanno effetto benefico sull’ospite, migliorando il suo bilancio microbico intestinale. La loro assunzione determina benefici all’organismo come il mantenimento dell’equilibrio intestinale, il miglioramento della sua attività ed il minor rischio di malattia o addirittura il miglioramento dello stato della patologia. Si possono trovare naturalmente in alcuni cibi che vengono definiti “alimenti fermentati”, come il kefir, il kimchi, lo yogurt.
- I prebiotici invece rappresentano il nutrimento per i batteri che vivono nell’intestino e apportano benefici all’intero organismo umano. Tra gli alimenti ricchi di fibra che possono essere identificati come prebiotici ci sono: cereali integrali, legumi, frutta e verdura, semi oleosi e frutta secca, latte materno…
- I simbiotici, alimenti che contengono al loro interno sia microrganismi probiotici che substrati prebiotici, influiscono positivamente sull’ospite migliorando la sopravvivenza e l’esistenza di microbici vivi nel tratto gastrointestinale, andando a stimolare selettivamente la loro crescita e attivando il metabolismo di uno o un numero limitato di batteri. La loro azione sinergica apporta numerosi benefici: interviene nella riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e del diabete di tipo 2, nella regolazione del peso corporeo, nel mantenimento dell’equilibrio intestinale o del suo ridimensionamento inseguito a disbiosi. Un tipico esempio di alimento simbiotico è l’associazione di yogurt e frutta.
La dieta mediterranea ‘alleata’ del microbiota
L’impatto positivo è dato sicuramente dalla dieta mediterranea, uno degli stili alimentari più completi. Alla base vi è il consumo di cereali, in particolare di quelli integrali, insieme a legumi, frutta e verdura in quantità elevate da assumere giornalmente.
Si tratta di alimenti che contengono carboidrati complessi, quali ad esempio la fibra alimentare solubile ed insolubile, le quali costituiscono i prebiotici per i batteri intestinali.
Alimenti come pesce, carne, uova e latticini, sono consigliabili poche volte a settimana e la fonte principale di grassi è costituita dall’olio extra vergine di oliva che rappresenta uno degli alimenti cardine con importanti funzioni antiossidanti.
Il modello alimentare mediterraneo rappresenta un’ottima soluzione, con un ruolo decisivo nella prevenzione di molte patologie e la salute del nostro microbiota.
