Prevenire le malattie neurodegenerative con l’alimentazione

Numerosi studi dimostrano che abitudini alimentari squilibrate, che portano allo sviluppo di malattie cardiovascolari e metaboliche, aumentano significativamente il rischio di demenza. L’intervento preventivo, se introdotto prima dei primi sintomi, fa ottenere i migliori risultati.

L’invecchiamento della popolazione è un problema sociale, medico ed economico significativo a causa della crescente prevalenza di malattie croniche nella popolazione anziana

Alzheimer, lo studio su dieta e stile di vita

Il morbo di Alzheimer (AD) risulta essere la forma più comune di malattia neurodegenerativa, caratterizzata da un progressivo deterioramento della memoria e delle funzioni cognitive. 

Esistono 2 forme principali di Alzheimer: familiare e sporadico.
Il primo rappresenta meno del 5% di tutti i casi, mentre il secondo più del 90% e risulta essere correlato a fattori ambientali.
Una meta-analisi ha preso in considerazione 7 fattori di rischio modificabili associati ad Alzheimer:

  • diabete;
  • ipertensione di mezza età;
  • obesità di mezza età;
  • inattività fisica;
  • depressione;
  • fumo; 
  • basso livello di istruzione.

Dallo studio emerge che se combinati, questi fattori rappresentano il 50% di tutti i casi di malattia. È possibile quindi sostenere che lo stile di vita incida in maniera rilevante rispetto al rischio di sviluppare demenza ed è forte l’ipotesi che sia influenzata per il 35% dall’alimentazione.

Il cibo come farmaco: quale, quanto e come?

Tutto ciò che nell’arco della vita introduciamo, può avere risvolti positivi o negativi sul benessere psico-fisico generale.

Da una parte la dieta occidentale: ricca di alimenti contenenti zuccheri semplici, grassi saturi, sale e un’elevata assunzione di carboidrati semplici che, oltre a sviluppare diabete, fattore di rischio per le demenze, si associa ad una funzione cognitiva compromessa.

Dall’altra parte la dieta mediterranea: ricca di frutta, verdura, cereali integrali, pesce azzurro, senza tralasciare i molteplici benefici dell’olio extra vergine di oliva. Un mix di nutrienti che, associato ad uno stile di vita attivo, fanno ridurre il rischio di sviluppare diabete, ipertensione e ipercolesterolemia tale per cui, si pensa possa diminuire anche il rischio di sviluppare Alzheimer. 

BIBLIOGRAFIA

BIBLIOGRAFIA

– Śliwińska S, Jeziorek M. The role of nutrition in Alzheimer’s disease. Rocz Panstw Zakl Hig. 2021;72(1):29-39. doi: 10.32394/rpzh.2021.0154. PMID: 33882663.

– Baranowski BJ, Healthy brain, healthy life: a review of diet and exercise interventions to promote brain health and reduce Alzheimer’s disease risk, 2020.

– Bradley J. Baranowski, Daniel M. Marko, Rachel K. Fenech, Alex J.T. Yang, and Rebecca E.K. MacPherson. 2020. Healthy brain, healthy life: a review of diet and exercise interventions to promote brain health and reduce Alzheimer’s disease risk. Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism. 45(10): 1055-1065.

– Addis A., Ceccon A., Frasson E. “NUTRI-MENTE: la nutrizione e i suoi effetti sul cervello” 2022.

– Hoscheidt, Siobhan, Ashley H. Sanderlin, Laura D. Baker, Youngkyoo Jung, Samuel Lockhart, Derek Kellar, Christopher T. Whitlow, et al. «Mediterranean and Western Diet Effects on Alzheimer’s Disease Biomarkers, Cerebral Perfusion, and Cognition in MidLife: A Randomized Trial». Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association 18, fasc. 3 (marzo 2022): 457–68.

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aurora.unipg@yahoo.com

Sono la dottoressa Aurora Carilli: biologa nutrizionista, laureata in Scienze dell'Alimentazione e della Nutrizione umana. Da sempre amo la cucina e il buon cibo, tanto da diventare prima cuoca e poi nutrizionista. Sono fermamente convinta che si possa mangiare bene, con gusto e senza privazioni. Mi piace poter divulgare il concetto di un'alimentazione che sia equilibrata ma anche flessibile.