
L’Intelligenza artificiale rivoluziona la lotta alle infezioni
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Una svolta significativa nella medicina moderna sta emergendo grazie all’intelligenza artificiale, che sta trasformando radicalmente la diagnosi e il trattamento della sepsi, una condizione potenzialmente letale che secondo il Ministero della Salute colpisce fino a 50 milioni di persone ogni anno nel mondo, causando 11 milioni di decessi; 1 decesso su 5 nel globo è associato a sepsi. Il 40% dei casi di sepsi sono bambini di età inferiore ai 5 anni. Ancora: secondo la fonte ministeriale “può verificarsi la morte nel 3-4% dei neonati nei Paesi industrializzati e fino al 24% dei neonati in Paesi in via di sviluppo. Quando non letale, la sepsi può lasciare postumi fisici e psicologici a lungo termine, che necessitano di trattamenti cronici. In particolare, la sepsi neonatale è un’infezione che porta a gravi manifestazioni cliniche, spesso associate a deficit irreversibili a lungo termine”
IA e Sepsi, le sperimentazioni in USA
In questo quadro nell’aprile 2024, un importante traguardo è stato raggiunto con l’approvazione da parte della FDA di Sepsis ImmunoScore, il primo software di intelligenza artificiale autorizzato come dispositivo medico per la diagnosi precoce della sepsi.
La sepsi, che si manifesta come una risposta immunitaria estrema a un’infezione, è particolarmente insidiosa e colpisce in modo significativo i bambini sotto i 5 anni, rappresentando il 40% dei casi totali. Il software Sepsis ImmunoScore analizza 22 parametri tra dati clinici e di laboratorio nelle prime 24 ore dal ricovero, permettendo una stratificazione accurata del rischio di sepsi.
La validità di questo strumento è stata confermata da uno studio pubblicato su Nejm AI, e il suo impatto è stato tale da meritare un posto tra le migliori invenzioni del 2024 secondo il Time.
Altri sistemi di IA stanno dimostrando risultati promettenti. Tra questi da rilevare quello citato in uno studio pubblicato su Nature il quale ha dimostrato che COMPOSER, sistema IA sviluppato presso UC San Diego Health, riduce la mortalità da sepsi del 17% analizzando oltre 150 variabili. Questo modello è stato testato in un ambiente clinico reale e ha mostrato una riduzione significativa della mortalità ospedaliera e un aumento della conformità ai protocolli di trattamento della sepsi.
Questi sviluppi sono particolarmente significativi per i gruppi ad alto rischio, come pazienti con malattie croniche, immunodepressi, donne in gravidanza e anziani.
Negli Stati Uniti, dove la sepsi causa oltre 350.000 decessi all’anno, diversi istituti stanno già testando questi sistemi per integrarli nella pratica clinica quotidiana.
È importante sottolineare che questi strumenti di IA non sostituiscono il giudizio clinico dei medici, ma forniscono un supporto prezioso per decisioni più tempestive e accurate. La comunità scientifica sta inoltre lavorando per integrare questi strumenti nella scelta mirata delle terapie antibiotiche, con l’obiettivo di ridurre il rischio di resistenze batteriche.
L’impatto di questa rivoluzione tecnologica si estende anche all’aspetto economico, promettendo una riduzione significativa dei costi ospedalieri e dei tassi di riospedalizzazione, oltre a salvare numerose vite umane grazie alla possibilità di interventi più tempestivi ed efficaci.
A livello internazionale, Paesi come Inghilterra, Danimarca e Olanda hanno adottato modelli efficaci per contrastare la resistenza antibiotica, promuovendo un approccio integrato alla salute (One Health).
L’Italia ha un piano nazionale dal 2017, ma mancano misure concrete e applicazione rigorosa. Secondo gli esperti, migliorare l’uso degli antibiotici e adottare strategie di prevenzione e igiene potrebbe ridurre significativamente il numero di decessi e i costi sanitari.Il Ministero della Salute sostiene la campagna internazionale contro la sepsi (World Sepsis Day) per aumentare la consapevolezza pubblica sulla gravità della patologia e migliorarne prevenzione e gestione clinica
Sepsi in Italia, numeri e prospettive
In Italia, come anche nel resto del mondo, la sepsi rappresenta un problema sanitario significativo. I dati mostrano che le regioni del Nord-Est hanno tassi più alti di mortalità per sepsi rispetto ad altre aree d’Italia.
Il rapporto 2023 dell’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza (ONSAR) evidenzia che in Italia, nel 2020, ci sono stati 70mila decessi per sepsi, ovvero circa 200 morti al giorno. La resistenza agli antibiotici è considerata una grave minaccia per la salute pubblica, con un impatto sia sanitario che economico. Al centro del focus l’uso inappropriato degli antibiotici (nonostante la riduzione del loro consumo tra il 2013 e il 2021): il 28,2% delle infezioni respiratorie lievi viene ancora trattato con antibiotici.
Nel mondo – secondo Onsar – sono 6 i patogeni (Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Streptococcus pneumoniae, Acinetobacter baumannii e Psuedomonas aeruginosa) responsabili di oltre il 75% dei decessi associati alle antibiotico resistenze e oltre la metà (52,3%) degli isolati di Escherichia coli risulta resistente ad almeno uno dei gruppi di antimicrobici sotto sorveglianza. Ogni infezione correlata all’assistenza in terapia intensiva costa oltre 4mila euro. Se la tendenza non cambia, l’Italia rischia di affrontare un aumento delle ospedalizzazioni e conseguenze facilmente immaginabili circa l’aumento della mortalità e un costo sociale ed economico in aumento.
