
L’Italia in tuta: tra divani e maratone il paradosso dello sport nel Belpaese
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Il 56% degli italiani si definisce sportivo, ma solo uno su tre pratica regolarmente. Le donne ancora troppo distanti dal mondo dello sport, mentre i giovani guidano la rivoluzione digitale del fitness. Un’indagine dell’Istituto Piepoli racconta luci e ombre di un Paese che ama lo sport, ma non sempre lo pratica.
Nel DNA degli italiani lo sport occupa un posto speciale, almeno a parole. Lo rivela l’ultima indagine dell’Istituto Piepoli, che ha creato uno strumento innovativo – lo “Sportimetro” – per misurare quanto realmente gli italiani siano sportivi. E i risultati? Sorprendenti, a tratti paradossali, ma soprattutto rivelatori di un Paese in bilico tra passione sportiva e pigrizia cronica.
Partiamo da un dato che fa sorridere: mentre due terzi degli italiani considerano lo sport fondamentale nella propria vita, solo il 34% lo pratica effettivamente. È come se avessimo un amore platonico per l’attività fisica, la ammiriamo da lontano, ne riconosciamo l’importanza, ma quando si tratta di passare all’azione… beh, quella è un’altra storia.
Eppure non è tutto nero nel panorama sportivo italiano. I giovani stanno guidando una vera e propria rivoluzione: quasi l’80% di loro considera lo sport centrale nella propria vita, e non solo a parole. Sono loro i protagonisti di una trasformazione digitale che sta cambiando il modo di vivere lo sport. Pensate che ormai preferiscono seguire gli eventi sportivi sullo smartphone piuttosto che in TV, multitasking generazionale che li vede commentare in diretta sui social mentre guardano una partita.
Il capitolo “gender gap” merita particolare attenzione, e non per buone notizie. Mentre solo il 16% degli uomini non ha mai praticato sport (praticamente uno su sei), tra le donne la percentuale sale al 33%. Un divario che grida vendetta e che riflette problematiche sociali più profonde che meriterebbero politiche mirate.
Curiosa è la relazione degli italiani con la tecnologia sportiva. Il 52% usa app per monitorare la propria attività fisica, e qui le donne si prendono una rivincita, risultando più propense degli uomini a farsi motivare da questi strumenti digitali. Perfino gli over 54, che nessuno si aspetterebbe di trovare nel mondo degli e-Sports, mostrano un sorprendente 16% di interesse per questa nuova frontiera dello sport digitale.
La passione sportiva degli italiani si manifesta anche in vacanza, dove il 56% considera imprescindibile la possibilità di fare attività fisica. Addirittura il 43% sceglie l’hotel in base alla presenza di una palestra. Un dato che fa riflettere: siamo più propensi a fare sport in vacanza che nella routine quotidiana?
Ma forse il dato più peculiare riguarda il modo in cui gli italiani praticano sport: il 72% è fedele a una singola disciplina, mentre due terzi preferiscono organizzarsi in autonomia, senza intermediari.
Lo “Sportimetro” ci consegna un voto finale poco sotto il 60 su 100, con i giovani che sfiorano il 71 e gli adulti che si attestano a 66. Un risultato che racconta di un Paese con ottime potenzialità ma ancora troppo pigro per realizzarle appieno.
La vera sfida per il futuro? Coinvolgere di più le donne nello sport, mantenere attivi gli over 54 e trasformare l’amore platonico degli italiani per lo sport in pratica concreta. Perché al momento siamo un po’ come quell’amico che parla sempre di iniziare la dieta… da lunedì.
Paradossalmente, nonostante tutto questo interesse per lo sport, quando si tratta di votare, le politiche sportive sono all’ultimo posto tra le priorità degli elettori. Forse è proprio qui che dovrebbe iniziare il vero allenamento: nella consapevolezza che lo sport non sia solo un passatempo, ma un pilastro fondamentale per il benessere della società.
