Inaugurato dalla Fondazione Bartoli
il parco sul fiume Menotre


Un nuovo spazio tra archeologia industriale e innovazione, dedicato all’educazione ambientale e alimentare
e al dialogo tra natura, storia, cultura e comunità.

 

Sabato 12 aprile a Belfiore di Foligno  ha avuto luogo l’inaugurazione del parco sul fiume Menotre presso la sede del Gruppo Bartoli: un’importante tappa nel recupero di un significativo sito di archeologia industriale che un tempo ospitava la storica fabbrica di ‘cementine’ e che oggi accoglie il quartier generale del Gruppo, attivo fra Umbria e Lazio. L’apertura del Parco, organizzata dalla Fondazione Massimo Bartoli, è coincisa con la conferenza “Imparare dalla natura: robotica bio-ispirata e materiali intelligenti” tenuta dal professor Virginio Mattoli, ricercatore presso l’Istituto Italiano di Tecnologia, nell’ambito della collaborazione della Fondazione con la Festa di Scienza e Filosofia.

Durante l’evento, il dottor Massimo Carcani Bartoli ha ripercorso la storia imprenditoriale della famiglia, iniziata nei primi anni del Novecento con l’antica Farmacia Moderna di Foligno, sottolineando come la missione sia sempre stata quella di “migliorare costantemente il livello del servizio per le esigenze di salute dei cittadini”. Nel corso degli anni, le attività si sono ampliate arrivando a 9 farmacie, una parafarmacia e con laboratori specializzati in fitoterapia, cosmesi naturale contando anche un’azienda agricola dedicata all’agricoltura sostenibile e una start-up innovativa. “La Fondazione, nella sua vocazione solidale e benefica, si impegna a promuovere la salute, l’ambiente e il benessere attraverso progetti educativi, eventi culturali e il giornale online “Oggi Benessere”, con l’obiettivo – ha ricordato Bartoli – di valorizzare le risorse locali, incoraggiare stili di vita sani e proteggere la biodiversità”. 

Riccardo Meloni, vice sindaco di Foligno, ha sottolineato l’importanza di un’imprenditoria che si apre alla comunità, mettendo a disposizione spazi di valore e contribuendo alla riflessione sul futuro. “Spesso si danno tante cose per scontato e invece servono cuore, attenzione e la voglia di migliorare la società”. In riferimento al tema dell’intelligenza artificiale ha descritto la società contemporanea come a un bivio: “Da qui a qualche anno l’intelligenza artificiale cambierà la società in maniera importante. Se utilizzata in maniera adeguata, può darci sicuramente grandi soddisfazioni, ma se non è utilizzata correttamente potrebbe essere qualcosa di estremamente pericoloso”.

Il professor Pierluigi Mingarelli, direttore del Laboratorio di Scienze Sperimentali, ha evidenziato la proficua collaborazione avviata con la Fondazione Bartoli per rendere questo luogo un nuovo centro di formazione e didattica, collegato alle attività già esistenti nel Laboratorio folignate. “Qui avviene un momento di formazione che si collega al momento della sintesi, al momento dell’analisi”, ha affermato Mingarelli, ricordando che “oggi la Festa di scienza e di filosofia ha come argomento le ‘intelligenze’, dove si mettono insieme l’intelligenza umana, l’intelligenza artificiale, ma anche l’intelligenza delle piante e degli animali”.

Il professor Virginio Mattoli, folignate di origine e ricercatore di fama internazionale, ha tenuto una approfondita relazione sulla bioispirazione e sui materiali intelligenti, definendo questo campo come “l’unione di scienza e tecnologia”. Nel suo intervento, Mattoli ha spiegato come l’osservazione della natura non sia un concetto nuovo, ma rappresenti un paradigma potente che permette di cogliere principi fondamentali applicabili alla tecnologia.

“Lo scienziato osserva, impara e scopre i principi, l’ingegnere fa la tecnologia, cioè mette in pratica dei principi perché l’oggetto che si costruisce faccia qualcosa di utile”, ha sottolineato il professore, evidenziando il circolo virtuoso che si crea quando si studia la natura per costruire nuove macchine e si utilizzano nuove tecnologie per studiare ulteriormente la natura.

Mattoli ha illustrato come questo approccio abbia radici antiche, citando Leonardo da Vinci come “uno dei precursori dell’ingegnere moderno” per la sua capacità di osservare la natura e costruire macchine innovative. Con numerosi esempi, ha mostrato come l’ispirazione dalla natura abbia portato a innovazioni significative: dalle strutture trabecolari delle spugne marine, che hanno ispirato materiali leggeri e resistenti usati nell’edilizia e nell’aeronautica, fino al velcro, nato dall’osservazione dei semi che si attaccano ai vestiti grazie a minuscoli uncini.

Particolarmente affascinante è stata l’analisi delle proprietà dei materiali naturali, che “sono basati su pochi elementi – sostanzialmente proteine, polisaccaridi e qualche minerale” ma riescono a ottenere “una quantità incredibile di proprietà diverse”. Il professore ha spiegato come i materiali naturali siano spesso superiori a quelli artificiali grazie alla loro capacità di rigenerarsi e alla loro struttura gerarchica, organizzata in strati che si compongono di strati più piccoli fino al livello molecolare.

Ha portato esempi concreti come quello delle conchiglie, la cui resistenza deriva da “strati di piccole mattonelline incollate da un materiale morbido”, e delle ali delle farfalle, i cui colori iridescenti non derivano da pigmenti ma dalla struttura superficiale che rifrange la luce. Particolarmente interessante è stato l’esempio del geco, la cui capacità di arrampicarsi su superfici lisce è stata compresa solo intorno agli anni 2000 e deriva da “peletti sottilissimi che si diramano” creando una grande superficie di adesione attraverso le forze di Van der Waals.

Il professor Mattoli ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza crescente dei materiali sostenibili, evidenziando come la ricerca si stia orientando verso lo sviluppo di “materiali che siano o bioderivati o ispirati a livello di compatibilità con la natura o che comunque possano essere riassorbiti, biodegradati o che abbiano un basso impatto”. Questo trend è particolarmente rilevante nel campo dell’elettronica, dove si stanno sviluppando sistemi basati su materiali plastici stampabili e biodegradabili.

“L’ispirazione può essere fondamentale per trovare nuove tecnologie, ma tutto questo deve essere fatto nel rispetto dell’ambiente”, ha concluso Mattoli, perfettamente in linea con il tema della sostenibilità al centro dell’evento.

L’evento ha visto la partecipazione di numerose autorità. Insieme alla Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Monica Sassi c’erano anche il presidente Confcommercio Aldo Amoni, il presidente del Centro Studi Città di Foligno Enrico Presilla, il direttore del GAL Valle Umbra e Sibillini David Fongoli; il presidente del Consorzio di Bonificazione Umbra Paolo Montioni; il presidente della Pro Foligno Luca Radi; Elena Laureti, promotrice del Centro di ricerche Federico Frezzi-Foligno e altre figure di rilievo del panorama culturale e istituzionale locale. Fra loro i rappresentanti del Rotary Club di Foligno e i dirigenti scolastici delle scuole superiori della città e i docenti dell’IC Belfiore, con cui la Fondazione ha avviato una stimolante collaborazione attraverso un concorso letterario e mettendo a disposizione gli orti didattici e il parco per lezioni all’aperto ed eventi congiunti e aperti alla comunità locale.

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ufficiostampa@gruppobartoli.it

Giornalista professionista ha lavorato per tv, radio, websites e testate giornalistiche locali e nazionali. Già responsabile di uffici stampa per enti pubblici e privati, oggi coordina l’Ufficio stampa e Comunicazione del Gruppo Bartoli. Dirige la rivista digitale oggibenessere di cui la Fondazione Bartoli è editrice. Un quotidiano nato dalla necessità di comunicare come la salute sia un equilibrio imprescindibile fra uomo e Natura.