Agricoltura biologica e biodiversità connubio vincente
Anche nel 2025 la biodiversità mondiale continua a subire un pericoloso declino, mettendo a rischio milioni di specie e compromettendo gli ecosistemi che ci sostengono. Ma esiste una soluzione concreta dall’alto valore ambientale e sociale: l’agricoltura biologica. Questo sistema agricolo, fondato sui principi dell’agroecologia, sta dimostrando scientificamente di poter invertire la rotta della crisi ambientale, favorendo non solo la conservazione della biodiversità, ma anche una produzione alimentare più sostenibile e sana.
I rapporto sulla biodiversità: numeri che fanno riflettere
Secondo il Primo Rapporto Annuale sulla Biodiversità in Italia del National Biodiversity Future Center (NBFC), il nostro Paese è custode di un patrimonio biologico unico, ma la maggior parte degli habitat naturali è in stato di degrado e molte specie vivono a rischio. Un milione di specie nel mondo rischiano l’estinzione a causa di fattori umani quali il cambiamento climatico, l’agricoltura intensiva, l’uso massiccio di pesticidi chimici e la perdita di habitat naturali.
Questa perdita massiccia di biodiversità mette a serio rischio i servizi ecosistemici essenziali: dalla regolazione del clima, passando per la qualità del suolo e dell’acqua, fino all’impollinazione delle colture, fondamentale per la sicurezza alimentare globale.
Agricoltura biologica: i dati scientifici più aggiornati e sorprendenti
L’agricoltura biologica, che elimina l’uso di pesticidi chimici di sintesi e promuove rotazioni colturali, compostaggio e tutela del suolo, sta ottenendo risultati importanti nella tutela della biodiversità.
Uno studio esteso e recente della federazione FederBio, che raggruppa i principali attori del settore biologico in Italia, evidenzia come le aziende agricole bio ospitino fino al 95% in più di piante spontanee rispetto alle aziende convenzionali, con un incremento significativo anche di insetti impollinatori (+23%) e avifauna (+35%). Questo dato è sostenuto da una meta-analisi dell’istituto svizzero FiBL, che conferma come l’agricoltura biologica migliori nettamente la qualità degli habitat agricoli, rendendoli più accoglienti per specie selvatiche.
Un altro dato chiave: passare al 25% di superficie agricola biologica entro il 2030, come suggerito dallo studio di Lampkin e Padel, ridurrebbe le emissioni di CO2 di 68 milioni di tonnellate annue in Europa, aumentando al contempo la biodiversità fino al 30%.
Biologico in agricoltura, l’esperimento DOK
Il Trial DOK, l’esperimento scientifico più longevo del settore agrario biologico, dopo oltre 40 anni dal 1978, dimostra che i terreni coltivati con metodi biologici hanno una biodiversità di piante e semi da due a tre volte superiore rispetto ai terreni convenzionali. Questi dati confermano che la qualità ecologica del suolo è migliorata significantemente, favorendo ecosistemi più resilienti e produttivi.
Le politiche europee che puntano sull’agroecologia
Il piano europeo Farm To Fork e la strategia per la biodiversità 2030 indicano chiaramente che l’agricoltura biologica e le pratiche agroecologiche sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi climatici e conservazionistici. Non si tratta solo di un modello alternativo, ma della via principale per garantire un’agricoltura sostenibile, capace di conciliare produttività con tutela ambientale: un investimento per il futuro
Il legame fra agricoltura biologica e biodiversità non è un tema astratto: è una risposta concreta all’emergenza ambientale globale. Le evidenze scientifiche più recenti ci dicono che sostenere le pratiche biologiche significa proteggere la ricchezza naturale, migliorare la salute dei suoli e dell’ambiente, e contrastare il cambiamento climatico.
Così, coltivare bio è molto più che una moda, è una scelta strategica, sociale e ambientale irrinunciabile per salvaguardare il pianeta e il benessere delle future generazioni.
Federica Menghinella