
Proteggersi dal sole: guida ai solari, al fototipo e alla dieta per la fotoprotezione
Il sole è una fonte primaria di vita e benessere: stimola la sintesi della vitamina D, regola i ritmi circadiani e incide positivamente sull’umore. Tuttavia, un’esposizione non protetta o eccessiva ai raggi ultravioletti (UV) può causare danni cutanei immediati (eritemi, scottature) e cronici (invecchiamento precoce, tumori cutanei). In questo contesto, i prodotti solari rappresentano un presidio fondamentale nella prevenzione primaria. Comprenderne il funzionamento, i criteri per una scelta informata e il ruolo dell’alimentazione nel sostenere la salute cutanea è cruciale per un’esposizione solare sicura e benefica.
I prodotti solari funzionano grazie alla presenza di filtri capaci di schermare o assorbire le radiazioni UV. Esistono due principali tipologie:
Filtri fisici (minerali): composti come il biossido di titanio e l’ossido di zinco creano una barriera riflettente sulla superficie cutanea, diffondendo la luce solare senza penetrare l’epidermide. Sono adatti alle pelli sensibili e pediatriche grazie alla loro tollerabilità e al ridotto rischio di irritazione. Inoltre, offrono una protezione immediata e ampia, anche se possono lasciare una lieve patina bianca sulla pelle.
Filtri chimici (organici): queste molecole (tra cui benzofenoni, salicilati e cinnamati) assorbono l’energia dei raggi UV trasformandola in calore mediante reazioni fotochimiche. La loro efficacia dipende dalla specificità spettrale: alcuni proteggono solo contro i raggi UVB, altri anche dagli UVA. Hanno il vantaggio estetico di risultare trasparenti sulla pelle, ma richiedono circa 20-30 minuti per attivarsi e possono causare reazioni in soggetti predisposti.
Tecnologie più recenti, come il Methylene Bis-Benzotriazolyl Tetramethylbutylphenol (MCE), hanno ampliato la protezione verso gli UVA1 (fino a 400 nm), riducendo del 78% il danno ossidativo al DNA rispetto ai filtri tradizionali (SCCS scientific opinion).
Perché è importante proteggersi: i danni da radiazione UV
Le radiazioni ultraviolette si suddividono in:
- UVB (290–320 nm): responsabili della produzione di eritema solare (scottature) e danni diretti al DNA nucleare, principali imputati nella genesi dei tumori cutanei.
- UVA (320–400 nm): penetrano più in profondità nella pelle, inducendo danni indiretti tramite la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), accelerando il fotoinvecchiamento e promuovendo mutazioni genetiche.
Un’esposizione non protetta causa alterazioni delle proteine strutturali della pelle (collagene ed elastina), favorisce la comparsa di rughe, discromie e, nei casi più gravi, sviluppo di melanoma e carcinomi cutanei.
Come scegliere un prodotto solare: fototipo, spettro, resistenza
Una scelta consapevole di un filtro solare richiede l’analisi combinata di diversi fattori:
1. Fototipo cutaneo: la classificazione di Fitzpatrick distingue 6 fototipi in base alla sensibilità ai raggi UV e alla capacità di abbronzatura. Le pelli più chiare (fototipo I e II) necessitano di una protezione molto alta (SPF 50+), mentre per i fototipi più scuri (V e VI) può essere sufficiente un SPF 15-30, purché ad ampio spettro.
2. Spettro di protezione: un prodotto valido deve proteggere sia dai raggi UVB, responsabili delle scottature, sia dagli UVA, principali responsabili del fotoinvecchiamento e delle mutazioni cellulari. La normativa europea prevede che i prodotti etichettati broad spectrum garantiscano una protezione UVA pari ad almeno un terzo di quella UVB (EADV guidelines).
3. Resistenza all’acqua: fondamentale per chi pratica attività all’aperto o sport acquatici. I prodotti water resistant mantengono almeno il 50% della protezione dopo 40 minuti in acqua, mentre quelli very water resistant sono testati per durate fino a 80 minuti.

Uso corretto del solare: quantità, tempi, combinazioni
Il corretto utilizzo dei solari è essenziale per garantirne l’efficacia:
- Applicare 15-20 minuti prima dell’esposizione, in quantità di circa 2 mg/cm² (circa 35 ml per un adulto)
- Rinnovare ogni due ore o dopo ogni bagno, sudorazione intensa o frizione
- Evitare l’esposizione diretta tra le 10 e le 16, specialmente nei mesi estivi
- Integrare sempre con protezioni fisiche: cappelli, occhiali da sole e indumenti adeguati
- Consultare l’indice UV giornaliero: quando supera 8, si consiglia SPF 50+ anche per i fototipi più scuri
La pelle si nutre anche a tavola: dieta e fotoprotezione endogena
Accanto alla protezione topica, l’alimentazione può potenziare la resistenza cutanea ai raggi UV, contrastando lo stress ossidativo e favorendo una bella abbronzatura:
- Carotenoidi (beta-carotene, licopene, luteina): pigmenti contenuti in carote, pomodori, zucche, albicocche, capaci di accumularsi nel tessuto cutaneo e agire come filtri antiossidanti. L’assunzione di 30 mg/die può aumentare la soglia eritematosa fino al 40% (Nutrients 2021).
- Polifenoli: presenti in frutti rossi, tè verde, cioccolato fondente, potenziano i sistemi antiossidanti endogeni e proteggono le membrane cellulari dai radicali liberi.
- Acidi grassi omega-3: contenuti in pesce azzurro, semi di lino, noci, contribuiscono a modulare l’infiammazione cutanea e favoriscono la rigenerazione cellulare.
- Vitamina E e C: sinergiche nel proteggere il collagene e contrastare il danno ossidativo. Fonti alimentari includono agrumi, kiwi, frutti di bosco, semi e oli vegetali.
- Idratazione: bere almeno 30-35 ml/kg di peso corporeo al giorno favorisce il ricambio cellulare, l’elasticità cutanea e la durata dell’abbronzatura.
L’esposizione al sole non deve essere demonizzata, ma regolata con consapevolezza. La combinazione tra una scelta adeguata del filtro solare, il rispetto dei protocolli d’applicazione e una dieta mirata può ridurre significativamente i rischi e potenziare i benefici dell’irradiazione solare. Le raccomandazioni delle società scientifiche dermatologiche (come EADV, SIDeMaST e Skin Cancer Foundation) convergono nell’indicare la fotoprotezione come misura preventiva efficace contro l’invecchiamento precoce e il cancro della pelle.
In un’epoca di aumento dell’intensità UV globale e di prolungata esposizione per motivi professionali e ricreativi, il ritorno a una relazione equilibrata con il sole è un atto di salute pubblica e responsabilità individuale.
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