L’osteoporosi, patologia caratterizzata dalla riduzione della densità minerale ossea e dall’aumento del rischio di fratture, è un problema sanitario che coinvolge milioni di persone nel mondo, specie donne in post-menopausa e persone anziane. Nel 2025, la ricerca ha dato risposte concrete e innovative all’esigenza di trattamenti più efficaci e personalizzati attraverso una pluralità di approcci.
Uno dei progressi più rilevanti è rappresentato dall’approvazione e dalla disponibilità a partire da maggio 2025 di Abaloparatide, una nuova terapia farmacologica anabolica indicata per donne in post-menopausa a elevato rischio di fratture. Abaloparatide agisce stimolando la formazione di nuovo tessuto osseo, promuovendo l’osteogenesi sia nell’osso trabecolare che in quello corticale. I risultati dello studio registrativo fase 3 ACTIVE, pubblicato su JAMA, hanno evidenziato una riduzione dell’88% del rischio di fratture vertebrali e del 69% delle fratture maggiori rispetto a placebo, posizionando questa terapia come una scelta di prima linea nelle linee guida 2025. Questa molecola integra quindi l’arsenale terapeutico, ampliando l’offerta denominata a migliorare la qualità di vita delle pazienti più fragili e più anziane.
In parallelo, la tecnologia medica ha fatto un balzo avanti con l’introduzione del dispositivo wearable Osteoboost, un innovativo apparecchio a vibrazione mirata approvato dalla FDA a fine 2024 e i principali trial clinici e comunicati stampa italiani ed europei sono stati divulgati e discussi soprattutto nel primo semestre 2025. Il dispositivo è progettato per ridurre la perdita di densità ossea in regioni critiche come anca e vertebre. Osteoboost è stato inserito in studi clinici randomizzati controllati che ne attestano l’efficacia nel rafforzamento delle ossa, rappresentando un approccio non farmacologico che integra la cura tradizionale dell’osteoporosi. La capacità di questo dispositivo di colmare il gap terapeutico aumenterebbe le possibilità di trattamento soprattutto nei pazienti che non tollerano o non rispondono bene alle terapie convenzionali.
Osteoboost ha ottenuto l’approvazione FDA per il mercato statunitense nel 2024 e si trova in fase di valutazione per il mercato europeo, con i principali trial clinici e approvazioni regolatorie ancora in corso o in attesa di conclusione. Osteoboost dunque non è ancora disponibile per il grande pubblico in Europa.
Recentemente, nel 2025, un importante passo avanti nella ricerca di base è stato segnato dalla scoperta del recettore GPR133 e del composto AP503, che nei modelli murini ha dimostrato di poter aumentare la forza ossea e invertire l’osteoporosi. Questa scoperta apre prospettive verso farmaci innovativi con meccanismi differenti, rivoluzionando l’approccio farmacologico con terapie mirate e potenzialmente più efficaci e sostenibili nel tempo.
Oltre a questi sviluppi farmacologici e tecnologici, la ricerca scientifica sottolinea l’importanza del ruolo dell’immunonutrizione e della salute intestinale nell’ambito dell’osteoporosi.
Lo studio “Boosting Immunity Through Nutrition and Gut Health“ del 2025 ha dimostrato come il benessere immunitario influenzi direttamente la salute ossea, evidenziando l’interazione tra microbiota e sistema immunitario nell’omeostasi ossea. Un’alimentazione equilibrata, ricca di micronutrienti essenziali, polifenoli e probiotici, può sostenere questa interazione e, di conseguenza, contribuire alla prevenzione e al rallentamento della progressione dell’osteoporosi. Sebbene l’immunonutrizione non rappresenti una terapia specifica per la patologia, costituisce un tassello fondamentale nella gestione integrata della salute ossea.
L’insieme di queste novità indica che il futuro della gestione dell’osteoporosi è sempre più multidisciplinare, integrando farmaci di nuova generazione, tecnologie innovative e strategie nutrizionali personalizzate, con l’obiettivo di ridurre efficacemente il rischio di fratture e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
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